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Italia addestra militari libici contro i migranti

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view post Posted on 13/1/2014, 16:51




Italia addestra militari libici contro i migranti



È già in Italia il primo contingente di militari libici che sarà addestrato principalmente in funzione di vigilanza e contrasto dei flussi migratori. Si tratta di 340 uomini che svolgeranno a Cassino (Fr), presso l’80° Reggimento addestramento volontari dell’Esercito italiano, un ciclo addestrativo di 14 settimane. L’attività è frutto dell’Accordo di cooperazione bilaterale tra Italia e Libia nel settore della Difesa, firmato a Roma il 28 maggio 2012. Secondo il portavoce del Ministero della difesa italiano, i cicli addestrativi prevedono la “formazione in Italia di più gruppi, scaglionati nel tempo, provenienti dalle regioni di Tripolitania, Cirenaica e Fezzan”. Il programma addestrativo a cura del personale misto di Esercito, Marina, Aeronautica e Arma dei Carabinieri, è inoltre parte delle iniziative di“ricostruzione” delle forze armate e di sicurezza libiche, decise in occasione del vertice G8 tenutosi a Lough Erne (Irlanda del Nord), nel giugno 2013. Nello specifico, Italia e Gran Bretagna si sono impegnati ad addestrare, ognuno, 2.000 militari libici all’anno; 6.000 militari saranno addestrati dagli Stati Uniti, mentre la Francia si occuperà della formazione delle forze di polizia.

Parte delle attività saranno realizzate direttamente in Libia da un team dell’Esercito integrato nella Missione Italiana in Libia (MIL), ufficialmente lanciata il 1° ottobre 2013 quale “evoluzione” dell’Operazione “Cyrene” che prese il via dopo la caduta del regime di Muammar Gheddafi. La MIL prevede infatti un sensibile aumento del numero del personale impiegato (sino a un centinaio di uomini) e delle finalità operative “La Missione Italiana in Libia ha lo scopo di organizzare, condurre e coordinare le attività addestrative, di assistenza e consulenza nel settore della Difesa”, ha spiegato il Capo di Stato Maggiore, ammiraglio Luigi Binelli Mantelli. “Si articola in una componente core interforze a carattere permanente, e in una componente ad hoc, costituita da mobile teams formativi, addestrativi e di supporto in base alle esigenze di volta in volta individuate dalle forze armate libiche”. Il salto strategico della nuova presenza italiana in Libia è sancito dalle risorse finanziarie messe in campo dal governo Letta: mentre nei primi nove mesi del 2013, “Cyrene” è costata 7,5 milioni di euro, nel trimestre ottobre-dicembre la missione MIL ha divorato oltre 5 milioni.
Le prime significative attività addestrative in Libia hanno preso il via neldicembre 2012, quando una ventina di ufficiali di polizia sono stati ammessi a un corso di 4 settimane organizzato dall’Arma dei carabinieri. Temi trattati: “gestione dell’ordine pubblico, tecniche di intervento operativo, check point, perquisizioni, ammanettamenti, maneggio e uso delle armi, primo soccorso, servizi di tutela e scorta, difesa personale, contrasto agli ordigni esplosivi improvvisati, ecc.”. Sono seguiti poi per tutto il 2013 altri corsi pianificati e gestiti da una training mission composta da ufficiali e sottufficiali della 2a Brigata Mobile dei carabinieri. L’Arma ha curato anche l’addestramento dei “battaglioni di ordine pubblico” libici e della Border Guard a cui è affidata la vigilanza dei confini e dei siti strategici nazionali. Una trentina di militari della neo-costituita guardia di frontiera sono stati invitati per un ciclo addestrativo di 10 settimane presso il Coespu (Centre of excellence for stability police units) di Vicenza, la scuola di formazione delle forze di polizia dei paesi africani e asiatici, di proprietà dei Carabinieri ma utilizzata pure da personale specializzato di Africom, il comando militare Usa per le operazioni in Africa. Un’altra trentina di ufficiali della Border Guard e della Gendarmeria libica hanno invece partecipato nella primavera 2013, pressola Scuola del Genio e del Comando logistico dell’Esercito di Velletri (Rm), a un corso sulle “tecniche di bonifica di ordigni esplosivi convenzionali” e a uno sulla “manutenzione” dei blindati da trasporto e combattimento “Puma”. Venti di questi velivoli prodotti dal consorzio Fiat Iveco-Oto Melara erano stati consegnati “a titolo gratuito” ai libici il 6 febbraio 2013, in occasione della visita a Tripoli dell’allora ministro della difesa, ammiraglio Di Paola. In quella data fu pure raggiunto un accordo di massima tra Italia e Libia sui futuri programmi di formazione dei reparti militari e delle forze di polizia e, come spiegato dallo stesso Di Paola, “di cooperazione, anche tecnologica, nelle attività di controllo dell’immigrazione clandestina, di supporto nazionale alla ricostruzione della componente navale, sorveglianza e controllo integrato delle frontiere”.
Nell’ottica del rafforzamento dei legami italo-libici , una delegazione della Marina del paese nordafricano è stata ospite nel luglio 2013 dell’Accademia Navale di Livorno, della stazione elicotteri della Marina di Luni e delComando delle forze di contromisure mine (Comfordrag) di La Spezia. E a fine ottobre, le autorità di Tripoli hanno annunciato di voler rinnovare la collaborazione con Roma e l’industria Selex ES (Finmeccanica) per installare un sistema di sorveglianza radar e monitoraggio elettronico delle coste libiche e delle frontiere con Niger, Ciad e Sudan, dal costo di 300 milioni di euro. Il contratto fu firmato il 7 ottobre 2009 all’epoca del regime di Muammar Gheddafi, ma fu interrotto nel 2011 con il completamento di solo una tranche di 150 milioni. Selex ES, con la collaborazione di GEM Elettronica, deve provvedere all’installazione di una rete radar Land Scout“in grado di individuare anche i movimenti di gruppi di persone appiedate”, e curerà la formazione degli operatori e dei manutentori libici. Secondo il sito specialistico Analisi Difesa, i libici avrebbero espresso la volontà di dotarsi pure di un non meglio precisato “monitoraggio aereo delle frontiere” che comprenderebbe l’acquisto dei droni di sorveglianza “Falco”, prodotti sempre dall’italiana Selex.
Che siano gli aerei senza pilota la nuova frontiera tecnologica per le guerre ai migranti e alle migrazioni lanciate dalle forze armate italiane e libiche lo prova l’ultimo “accordo tecnico” di cooperazione bilaterale sottoscritto a Roma il 28 novembre 2013 dai ministri della difesa Mario Mauro e Abdullah Al-Thinni. Il memorandum autorizza l’impiego di mezzi aerei italiani a pilotaggio remoto in missioni a supporto delle autorità libiche per le “attività di controllo” del confine sud del Paese. Si tratta dei droni Predator del 32° Stormo dell’Aeronautica militare di Amendola (Fg), rischierati in Sicilia a Sigonella e Trapani-Birgi nell’ambito dell’operazione “Mare Nostrum” di controllo e vigilanza del Mediterraneo. Grazie ai Predator, gli automezzi dei migranti saranno intercettati quanto attraversano il Sahara e i militari libici potranno intervenire tempestivamente per detenerli o deportarli prima che essi possano raggiungere le città costiere.
Sempre secondo quanto dichiarato dal Ministero della difesa italiano a conclusione del vertice bilaterale del 28 novembre scorso, “nell’ottica di uno sviluppo delle capacità nel settore della sorveglianza e della sicurezza marittima, è emersa anche la possibilità di imbarcare ufficiali libici a bordo delle unità navali italiane impegnate nell’Operazione “Mare Nostrum”, nonché di avviare corsi di addestramento sull’impiego del V-RMTC (Virtual Maritime Traffic Centre)”. Il governo Letta, cioè, pensa di consentire ai militari di un paese all’indice per le violazioni dei diritti umani, di partecipare a bordo della “San Marco” e delle fregate lanciamissili italiane alle (illegittime) operazioni di identificazione e agli (ancor più illegittimi) interrogatori di tutti coloro che saranno “salvati” nel Canale di Sicilia. “Con la stipula delle nuove intese tra il ministro della difesa libico e Mario Mauro viene svelato il vero senso della missione militare “Mare Nostrum”, sempre meno umanitaria”, ha commentato il giurista Fulvio Vassallo Paleologo dell’Università di Palermo.“Con i funzionari del ministero dell’interno già operativi potranno essere imbarcati agenti di polizia libici, con conseguenze devastanti per il destino dei naufraghi raccolti in mare, tutti ormai potenziali richiedenti asilo, che saranno sempre più esposti al rischio di identificazioni violente e di successivi respingimenti in Libia. Si potrà ripetere dunque quanto accaduto nel 2009, quando la Guardia di Finanza italiana riportò in Libia decine di migranti. Pratica per la quale l’Italia è stata condannata, nel 2012, dalla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo”.

Traduzione:

SPOILER (click to view)
Italy is already in the first contingent of Libyan soldiers who will be trained primarily in supervisory role and contrast of migration flows. These 340 men held in Cassino (Fr), at the 80th Regiment of the Italian Army training volunteers, a 14-week training cycle. The activity of the Agreement is the result of bilateral cooperation between Italy and Libya in the field of defense, signed in Rome on 28 May 2012. According to the spokesman of the Italian Ministry of Defence, the cycles instructional provide "training in Italy for more than one group, spread out over time, from the regions of Tripolitania, Cyrenaica and Fezzan." The training program organized by the Joint Staff of the Army, Navy, Air Force and Carabinieri, is also part of the initiatives of the "reconstruction" of the armed forces and Libyan security, decided at the G8 Summit held in Lough Erne (Northern Ireland ) in June 2013. Specifically, Italy and the UK are committed to training, each, 2,000 Libyan soldiers per year, 6,000 soldiers will be trained by the United States, while France will train the police.

Part of the activities will be implemented directly in Libya by a team of the Army integrated into the Italian Mission in Libya (MIL), officially launched on October 1, 2013 as "evolution" Transaction "Cyrene" who took off after the fall of the regime Muammar Gaddafi. The MIL provides for a significant increase in the number of staff employed (up to a hundred men) and operational goals "The Italian Mission in Libya aims to organize, conduct and coordinate training activities, assistance and advice in the field of defense, "said the Chief of Staff, Admiral Luigi Binelli Mantelli. "It is divided into a core component inter-permanent nature, and in an ad hoc component, consisting of the mobile training teams, and instructional support as needed from time to time identified by the Libyan armed forces." The strategic leap of the new Italian presence in Libya is sanctioned by the financial resources put in place by the government Letta: while in the first nine months of 2013, "Cyrene" has cost 7.5 million euro, in the October-December quarter mission MIL consumed more than 5 million.
The first significant training activities in Libya have taken away neldicembre 2012, when a dozen police officers were admitted to a 4-week course organized by the Carabinieri. Topics covered: "public order management, intervention techniques operating, checkpoints, searches, handcuffing and shackling, handling and use of weapons, first aid, child protection services and escort, defense, contrary to improvised explosive devices, and so on.". This was followed by the end of 2013 other courses planned and managed by a training mission composed of officers and NCOs of the 2nd Mobile Brigade of the police. The weapon also oversaw the training of the "battalions of public order" and the Libyan Border Guard which is responsible for the surveillance of borders and national strategic sites. About thirty soldiers of the newly-established border guard were invited to a training cycle of 10 weeks at CoESPU (Centre of Excellence for Stability Police Units) in Vicenza, the training school of the police forces of the African and Asian countries, property of the Police but also used by specialists of Africom, the U.S. military command for Africa operations. Another thirty officers of the Border Guard and the Gendarmerie Libyan instead have participated in spring 2013, pressola School of Engineers and the Logistics Command of the Army of Velletri (Rome), in a course on "Techniques of Explosive Ordnance Disposal conventional" and one on the "maintenance" of the armored transport and combat "Puma". Twenty of these aircraft produced by the consortium Iveco Fiat-Oto Melara had been delivered "free of charge" to the Libyans February 6, 2013, during a visit to Tripoli by the then defense minister, Admiral Di Paola. On that date it was also reached an agreement in principle between Italy and Libya on future training programs for military units and police forces and, as explained by the Di Paola, "for cooperation, including technology, in control of immigration clandestine support to the national reconstruction of the naval component, integrated border control and surveillance.
As part of the strengthening of ties between Italy and Libya, a delegation of the Navy's North African country in July 2013 she was a guest of the Naval Academy of Livorno station helicopters of the Navy for the command of the forces of Luni and mine countermeasures (Comfordrag) of the Spezia. And at the end of October, the authorities in Tripoli have announced plans to renew cooperation with Rome and industry Selex ES (Finmeccanica) to install a surveillance radar and electronic monitoring of the Libyan coast and border with Niger, Chad and Sudan, the cost of 300 million euro. The contract was signed on October 7, 2009 at the time of the regime of Muammar Gaddafi, but was interrupted in 2011 with the completion of only one tranche of 150 million. Selex ES, in collaboration with GEM Electronics, must provide for a network radar Land Scout "capable of detecting the movements of groups of people appiedate", and will take care of the training of operators and maintenance personnel in Libya. According to the website specialized Defence Analysis, Libyans have expressed a desire to acquire well as an unspecified "aerial monitoring of borders" which would include the purchase of surveillance drones "Falco", produced by the Italian company Selex always.
What are unmanned aircraft to the new technological frontier wars to migrants and migration launched by the Italian armed forces and the Libyan test the latest "technical agreement" of bilateral cooperation signed in Rome November 28, 2013 by the Ministers of Defence Mario Mauro and Abdullah Al-Thinni. The memorandum authorizes the use of unmanned aircraft in Italian missions in support of the Libyan authorities for the "control activities" of the southern border of the country. They are the Predator drones 32 ° Stormo of the Italian Air Force Amendola (Fg), deployed to Sigonella in Sicily and Trapani-Birgi Airport as part of the "Mare Nostrum" control and supervision of the Mediterranean. Thanks to Predator, the vehicles will be diverted as migrants crossing the Sahara and the Libyan military will take prompt action to detain or deport them before they can reach the coastal towns.
Again according to the Italian Ministry of Defense at the conclusion of the bilateral summit on 28 November last year, "the perspective of a capacity development in the field of surveillance and maritime security, there was also the opportunity to embark Libyan officials on board unit Italian naval engaged in Operation "Mare Nostrum", and to initiate training courses on the use of the V-RMTC (Virtual Maritime Traffic Centre). " The government Letta, ie, think of allowing the military to a country index for violations of human rights, to participate on board the "San Marco" and the Italian missile frigates (illegal) operations to identify and (even more illegal) interrogation of all those who will be "saved" in the Channel of Sicily. "With the signing of new agreements between the defense minister and the Libyan Mario Mauro is revealed the true sense of the military mission" Mare Nostrum ", less and less humanitarian," said the lawyer Fulvio Vassallo Palaeologus University of Palermo. "With officials of the Ministry of the Interior already operating will be boarded Libyan police officers, with devastating consequences for the fate of the survivors collected at sea, all now potential asylum seekers, who are increasingly exposed to the risk of violent identifications and subsequent rejections in Libya . You can then repeat what happened in 2009, when the Italian Guardia di Finanza reported dozens of migrants in Libya. Practice for which Italy was condemned in 2012 by the European Court of Human Rights. "
 
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